Screening neonatale ‘allargato’ garantito solo in 7 regioni. Permette di individuare e curare precocemente 40 patologie rare

Screening neonatale ‘allargato’ garantito solo in 7 regioni. Permette di individuare e curare precocemente 40 patologie rare

TRONZANO (FI): “La Società Pediatrica Italiana mette in evidenza una necessità urgente. La prevenzione è un tema di fondamentale importanza perchè dà ai genitori la certezza di avere uno Stato che tutela i loro figli fin dalla nascita. Investire sulla salute neonatale, sulla pratica sportiva e sulla corretta alimentazione è un obiettivo che è obbligatorio perseguire per liberare risorse importanti oggi utilizzate per curare danni facilmente prevenibili“.

 

Screening neonatale ‘allargato’ garantito solo in 7 regioni. Permette di individuare e curare precocemente 40 patologie rare – ANSA

“Un bambino che viene al mondo in Toscana è sottoposto allo screening neonatale ‘allargato’, che consente di diagnosticare, e quindi trattare precocemente, moltissime patologie rare, mentre un bambino che nasce in Campania viene monitorato solo per i tre test obbligatori per legge”, ovvero quelli che consento di individuare ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria. A fornire il quadro è un dossier realizzato dalla Società Italiana di Pediatria (Sip). Sono solo sette le Regioni che hanno introdotto lo screening neonatale metabolico completo, un esame che permette di individuare più di 40 malattie rare, molte delle quali disabilitanti: Veneto, Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Sardegna. Ciò significa che in questi casi la cura inizia prima o, quando non è possibile, comunque si fornisce ai genitori la possibilità “di vivere con maggior consapevolezza la malattia del figlio e di procedere da subito alla consulenza genetica per valutare se sussista in loro la condizione di portatore sano”. Nel Lazio e in Sicilia, invece, alcuni bambini fanno lo screening allargato, altri solo i tre obbligatori, mentre nelle restanti regioni si effettuano solo i tre test previsti per legge. L’esame non è infatti previsto da normative nazionali, sottolinea il dossier dei pediatri Sip, e “ogni decisione è demandata alle singole regioni, con le prevedibili, inevitabili differenze”, in termini di “mortalità e disabilità infantile”. (ANSA – ROMA, 10 OTT)