Fabbrica smontata pezzo a pezzo per rubare macchinari e oro rosso – CronacaQui

Fabbrica smontata pezzo a pezzo per rubare macchinari e oro rosso – CronacaQui

Il ladri hanno fatto razzia in un bullonificio che ha chiuso due anni fa

Lo scheletro di un camion introduce i visitatori in un panorama spettrale fatto di macerie, escrementi e pareti che sembrano poter cadere da un momento all’altro. Di un vecchio bullonificio alle porte di Torino, ormai in disuso da un paio d’anni, resta oggi ben poco. Forse giusto il ricordo. A guardarlo da fuori ricorda i palazzoni bombardati del dopoguerra, ma la realtà è clamorosamente tutt’altra. Anche se le macchine non sono più in azione, nella fabbrica abbandonata di corso Tazzoli il via vai è ancora quello di un tempo. Solo che ad entrare e ad uscire quotidianamente da quel complesso non sono più gli operai ma i predoni del rame e della ghisa che in poco tempo hanno razziato di tutto e di più. Uno dei tanti accessi prediletti dai ladri si trova proprio davanti all’ingresso principale. Vicino al cancello qualcuno ha strappato una rete dimostrando come entrare sia un gioco da ragazzi. Ma è alle spalle del campo nomadi abusivo che le bande criminali danno del loro meglio.

Per dare un’idea a due passi dalle baracche è sparita persino la cancellata che garantiva l’accesso secondario. Insomma, per entrare non ci vogliono le chiavi e non c’è nemmeno da spingere un portone. Superato quel che resta di un mezzo, forse rubato e smontato, si entra dentro la fabbrica dove i tombini sono spariti così come i tubi, letteralmente sradicati dalle pareti e dalle colonne. Il rischio di cadere o farsi male è altissimo dato che in alcuni punti non c’è nemmeno traccia della pavimentazione. Le condutture ciondolano pericolosamente dal soffitto mentre i quadri elettrici giacciono a terra, vandalizzati e irrecuperabili. Un’ala intera, in aggiunta, è stata trasformata in un gigantesco vespasiano a cielo aperto tanto che risulta impossibile passarci vicino senza tapparsi il naso con una mano o un fazzoletto.

«Ogni fine settimana – rivela un residente – sentiamo battere sui muri, sentiamo “lavorare”. E i rumori provengono da quella fabbrica. Non crediamo siano fantasmi, al contrario si vede un gran movimento tra il campo rom e quell’edificio». A raccogliere le polemiche del quartiere e delle vicine aziende è anche il capogruppo di Fi-Pdl del Comune Andrea Tronzano. «È un problema insostenibile – denuncia Tronzano -. I ladri stanno demolendo meticolosamente la struttura creando disagi in serie alle imprese. Quel rudere è a rischio crollo e la Città non può rimanere indifferente». [P.Versienti]

28.06.14_ToCronaca_Razzia Fabbrica