Scandalo multe, adesso traballano le deleghe degli assessori di Fassino – Il Giornale del Piemonte

Scandalo multe, adesso traballano le deleghe degli assessori di Fassino – Il Giornale del Piemonte

Tronzano (Fi) chiede di silurare i responsabili di Commercio e Polizia Municipale per il giallo delle firme postume su contravvenzioni notificate con tre anni di ritardo

Il rischio è che i torinesi abbiano pagato contravvenzioni illegittime. E che ci siano irregolarità per la convalida degli atti oppure si tratti di errori materiali non importa: sono a rischio migliaia di contravvenzioni elevate dal settore Commercio dei vigili urbani come denunciato un mese fa da II Giornale del Piemonte, e notificate anni dopo con la firme di un dirigente non più tra le fila del Comune in quanto andato in pensione. Se fossero impugnate tutte (si tratta di 3mila 500) il Comune potrebbe perdere centinaia di migliaia di euro. Una ventina di queste sono state impugnate presso il giudice di pace dopo la nostra denuncia.
Il caso esploso un mese fa e approdato in commissione controllo di gestione, fa un gran baccano dentro Palazzo civico in imbarazzo per non essere riuscito a fornire una spiegazione convincente per quanto accaduto, ovvero se era giuridicamente possibile, codice alla mano, traslare la firma elettronica di un dirigente in pensione su sanzioni del settore amministrative mai notificate a partire dal 2010.

La domanda delle cento pistole, che adesso rimbomba a Palazzo civico, dopo la denuncia di un corvo all’interno del Comando dei vigili, è se la firma del dirigente in questione poteva essere considerata valida oppure no, perchè in caso contrario le sanzioni potrebbero essere impugnate, e di conseguenza non incassate dal Comune, il che provocherebbe un danno non da poco oltre al fatto di essere di per sè grave per il fatto che a corollario di questa storia ci sarebbero perfino deprecabili azioni di «mobbing» da parte di alti funzionari del Comando contro alcuni dipendenti che avevano messo in guardia la dirigenza sull’illegittimità della procedura. Procedura che non a caso Soris ha ritenuto illegittima, e che ha ritenuto di non mandare avanti ma che alla fine nonostante questo è stata costretta a fare su indicazione dei Vigili.

Il dirigente Roberto Mangiardi della polizia municipale sostiene di aver informato la Procura (salvo poi scoprire che ha fatto una denuncia per diffamazione) in quanto delle scelte dal 2010 in avanti, non era al corrente poichè arruolato a Genova in un altro incarico. In commissione interrogato dai commissari ha affermato di «non aver informato» il collega Conigliaro (che all’epoca si dimentico di notificare le sanzioni) che avrebbe continuato ad apporre la sua firma sugli atti pur non essendo più in carica dal 2010, in quanto convito che «mantenere la firma di chi ha avviato il procedimento è legittimo». Considerazioni che ha messo nero su bianco nelle 13 pagine inviate al direttore generale. All’interno del Comando però c’è un altro dirigente ovvero Cassi, che sostiene una tesi opposta a quella di Mangiardi, ovvero che «che ci deve essere certezza della volontà di chi firma l’atto» citando sentenze della Corte di Cassazione del 1997, 2001, 2007, 2009, 2010 «poichè altrimenti si esporrebbe la Città ad un eventuale danno in quanto i cittadini hanno il diritto di conoscere contro chi fare ricorso».

E proprio Cassi, uno dei funzionari coinvolti in questa storia, ha affermato in commissione che i suoi colleghi da un certo momento in avanti non gli avrebbero più consentito di accedere al suo computer impedendogli di fatto di fornire la sua versione con una relazione al direttore generale. Quest’ultimo ha affermato anche di non aver mai dato ordine a Soris di procedere con le ingiunzioni con la firma del collega andato in pensione affermando inoltre che gli atti con una firma di un dirigente non in carica avrebbero al massimo avrebbero dovuto essere notificate con quella del dirigente in carica, e dunque di Mangiardi. Per aggirare questo ostacolo, oltre ad apporre la firma postuma di un ex la Soris escogitò di emettere le ingiunzioni con allegate l’immagine del verbale fatte a mano. «C’è stato un vuoto dal 2010 al 2013, ed è proprio per questo che si è dovuto ricostruire anagraficamente il profilo di coloro che erano stati sanzionati» ha osservato Andrea Tronzano di Forza Italia. In ogni caso Soris ha confermato «di non aver mai considerato giuridicamente accettabile la tesi Mangiardi per il quale si poteva retrodatare la firma di un collega in pensione di ben tre anni e nonostante la Soris avesse detto che non avrebbe potuto prendere in considerazione i verbali con una notifica diversa dal 2013.

Andrea Tronzano va giù duro: «Se il lavoro della Commissione dovesse portare a valutazioni in linea con quanto sollevato da alcuni dipendenti e cittadini è pacifico che chiederemo a Fassino di togliere le deleghe agli assessori al Commercio e alla Polizia Municipale perchè non potevano non sapere e se non sapevano non sono in grado di fare gli assessori e chiederemo quali decisioni intenda prendere il direttore generale su Mangiardi e Riganti».

Sono già venti, nel frattempo, i ricorsi presentati davanti al giudee di pace: se avranno esito negativo i sanzionati dovranno pagare, diversamente per l’amministrazione sarebbe un bagno di sangue, si calcola almeno intorno ai 600mila euro. [A. Costa]

13.12.14_GiornalePiemonte_Multe