Duemila tassisti in piazza contro Uber – NewsItalia Live

Duemila tassisti in piazza contro Uber – NewsItalia Live

Erano più di duemila i tassisti che hanno sfilato questa mattina nel centro di Torino per protestare contro Uber. Lasciate ferme le auto, per non creare troppi disagi alla popolazione, i tassisti, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno scelto di sfilare a piedi nella città dove ha sede l’Authority di regolazione dei trasporti. La manifestazione, che ha visto scendere in piazza i professionisti piemontesi con pettorine gialle e naso rosso da pagliaccio dietro a striscioni in cui mettevano ancora una volta in risalto le difficoltà della categoria costrette a dividere la piazza con la nuova realtà della mobilità priva di professionalità e di licenze, ha visto i tassisti chiedere a gran voce un incontro al sindaco Fassino e al Prefetto, mentre al Ministro Lupi hanno pubblicamente chiesto di intervenire contro un servizio ritenuto illegale. Andrea Tronzano, capogruppo di Forza italia a Torino presente alla manifestazione si è schierato con i tassistiOltre duemila professionisti hanno manifestato oggi a Torino urlando la loro indignazione e frustrazione per lo spazio concesso ad un servizio illegale, quello di Uber Pop. – ha esordito Tronzano –  E’ illegale per tutti, dalla Città di Torino a il Ministero, ma nessuno riesce a fermare quello che sempre più si profila come il solito equivoco giuridico italiano. E’ pacifica l’illiceità, ma nessuno interviene per fermarla. Si pensi che ogni anno i tassisti hanno un socio, lo Stato, a cui devono dare oltre il 50% del loro fatturato e sono obbligati a sottoporsi a una serie infinita di controlli burocratici e medici. Uber consente, paradossalmente, a chiunque voglia improvvisarsi di cimentarsi nella gestione di un servizio pubblico quale quello del trasporto di persone. Dietro ogni tassista c’è una famiglia, una vita di lavoro, una necessità pensionistica, investimenti per acquistare la licenza; il rischio è quello di rovinare tutto per una schizofrenica apertura a situazioni che sul mercato italiano sono illegali, ma vengono spacciate come innovative, e a sostegno delle quali ci sono superpotenze come Google che con Google Venture ha investito oltre 250 milioni di dollari”.

La guerra tra i tassisti e Uber, dunque, è giunta ad una nuova fase. Alle proteste singole, seguite negli scorsi mesi da interpellanze fatte all’amministrazione comunale, questa volta i tassisti sono scesi in piazza e hanno fatto sentire le loro ragioni. Stupisce l’assenza nel dibattito e nella manifestazione della parte sinistra dello schieramento politico; al contrario il centrodestra difende senza incertezze i lavoratori/imprenditori. La protesta è rivolta ad Uber, la multinazionale che sta introducendo in diversi Paesi un’applicazione – Uber Pop – che permette a chiunque possegga un automobile di offrire un servizio di trasporto a prezzi ridotti. A loro vantaggio, naturalmente, la possibilità di lavorare senza dover sostenere una spesa ingente per l’acquisito della licenza e senza aver sostenuto l’abilitazione, cosa che invece è richiesta a chi svolge regolarmente la professione di tassista. Un danno incalcolabile, insomma, per la categoria dei che oggi ha deciso di passare dalle parole ai fatti e far sentire a gran voce le ragioni di una difficoltà oggettiva ad esercitare la propria professione, con cartelli che riportavano la scritta “Je suis taxi legale”. L’Authority dei trasporti, nella persona del presidente Andrea Camanzi, ha dichiarato che verrà valutato in base alle leggi vigenti se il servizio di Uber Pop è da ritenersi regolare oppure no. Tronzano, ha infine evidenziato comeessere liberali non significa distruggere la vita delle persone o eliminare ogni vincolo al mercato deregolamentando tutto; chi vuole questo vuole distruggere il benessere. E’ lo Stato che si deve ritirare dal mercato, non è il mercato che deve agire senza limiti di legge” e ha aggiunto che “liberalizzare e aprire alla concorrenza è senz’altro un principio importante a favore dei cittadini, ma non è scatenando la ‘guerra fra poveri’ che si crea ricchezza o benessere per i cittadini. Assistiamo oggi ai danni nel commercio provocati dalle lenzuolate di Bersani”. Il capogruppo di Forza Italia ha quindi sottolineato  “quanto sia paradossale che si crei una speranza di lavoro basandosi su un servizio pubblico illegale quale è Uber Pop. Le istituzioni non possono permettere che si crei un posto di lavoro violando la legge, ma a Torino questo è ormai un vizio o un vezzo se si pensa a quanti vendono abusivamente ogni sorta di merce a scapito di quanti lo fanno con sempre maggiori difficoltà pagando regolarmente le tasse e rispettando tutti i regolamenti”. Per tutta risposta Uber nella giornata odierna ha deciso di tagliare i prezzi del 20 per cento. E la battaglia continua.

 

FEDERICA BOSCO