La Sala Rossa modifica soltanto lo Statuto: mentre non c’è accordo sul numero delle municipalità. Sarà ancora ostruzionismo in Aula
Quindici mesi di lavori, studi e approfondimenti, deduzioni e controdeduzioni, ma alla fine il risultato è questo: nulla, vuoto assoluto, un termosifone nello spazio, insomma, sancito con l’approvazione della modifica dello Statuto che cancella il numero dei quartieri, ma non stabilisce quanti nè di quali confini, materia che sarà affrontata nei prossimi giorni. Per la serie «chi va piano va sano e va lontano», il consiglio comunale – lento pede – si avvicina a dare vita alla riforma che dovrebbe tagliare il numero delle municipalità, alcune delle quali saranno accorpate e delle quali saranno modificate le estensioni geografiche. Per la verità non è mai sembrato un gioco da ragazzi il risiko dei «mini Comuni» con i presidenti pronti a far rotolare le teste di chiunque avesse minacciato i loro califfati. Se da un lato per molti di loro la pacchia sta per finire, dall’altra la guerriglia si è trasferita in consiglio comunale, dove prosegue la «Jihad» del centrosinistra che non vuole sentire discussioni su come,dove e in che modo resettare i quartieri, benché tra le mani il Pd brandisca il talismano del «dialogo». Cosa che appare non proprio cosi, a giudicare almeno dagli umori dell’opposizione, che se da un lato ha votato a favore della cancellazione dei 10 Principati teo dem, dall’altro contesta l’assenza di uno straccio di accordo tra le parti.
«In questa fase la riforma delle Circoscrizioni non ci piace – osserva il forzista Andrea Tronzano -. È vero che nello Statuto non è stato indicato il numero delle Circoscrizioni, lasciando di fatto l’argomento ancora aperto. Ma l’impianto rappresenta un cambiamento epocale: ci interessa discutere la rilevanza estrema della Giunta e dei confini della Circoscrizione». (…)
Tanto per capirci: la maratona di votazioni (una cinquantina) e dibattiti dedicati alla delibera sulle modifiche allo Statuto, aveva preso il via lunedì 2 novembre. E alla fine (ma proprio alla fine) la montagna ha partorito il topolino. Già, perché dal testo licenziato dalla commissione consigliare presieduta da Laura Onofri, che aveva lavorato per circa 15 mesi, viene cancellato soltanto il numero delle Circoscrizioni senza stabilire ne confini ne competenze. Così, dopo l’approvazione definitiva delle modifiche allo Statuto, il Consiglio passerà all’esame della delibera di giunta per le modifiche al regolamento del decentramento. E sono previste, anche qui, una novantina di votazioni. (…)
Quindici mesi di chiacchiere. E quartieri sempre al palo – Il Giornale del Piemonte
Posted on 18 Novembre 2015 in RASSEGNA STAMPA