2009, l’anno della crisi. 2010, l’anno della speranza

2009, l’anno della crisi. 2010, l’anno della speranza

DUEMILANOVE, L’ANNO DELLA CRISI

DUEMILADIECI, L’ANNO DELLA SPERANZA

ELEZIONI REGIONALI, LA SFIDA DA VINCERE

Finisce un anno non facile. Il 2009 è stato l’anno della crisi: vera per molti, percepita da tanti, solo sfiorata da pochi. Tutti, comunque, l’abbiamo patita. Il mio primo pensiero, in particolare, va a coloro che sono stati i più colpiti: le persone che hanno perso il posto di lavoro.

Si può solo migliorare e speriamo che il Natale e l’anno nuovo portino ottimismo, senz’altro, ma soprattutto fatti concreti cioè posti di lavoro, in particolare per i giovani e per gli over 50enni.

Nel titolo, proprio per questo motivo, ho legato due elementi che soltanto in apparenza sembrano molto distanti. La politica, nel comune sentire, pare non incidere sulle cose concrete, come il lavoro. In realtà è bene che si sappia che una buona amministrazione porta vantaggi sia agli imprenditori sia ai cittadini. Certo, la BUONA POLITICA non può incidere sugli ordini e sulle commesse delle imprese, ma può consentire di attrarre investimenti, di migliorare le infrastrutture, di fornire energia a costi ridotti, di diminuire l’addizionale Irpef, di far rinascere le condizioni favorevoli per l’assunzione di nuovo personale, di migliorare i salari aumentando la produttività delle aziende, di diminuire le tasse locali attraverso maggiore efficienza nell’uso del denaro pubblico e potrei continuare.

Per ottenere tutto ciò ovvero la buona politica servono, però, uomini politici capaci, che lavorino per il bene comune e non per creare, esclusivamente, il consenso per la propria parte politica; politici che sappiano parlare, ma soprattutto operare concretamente promuovendo leggi efficaci e applicabili nella realtà di tutti i giorni; uomini di governo che sappiano interpretare i bisogni e le necessità della popolazione piemontese.

Per tutti questi motivi le elezioni regionali del marzo 2010 possono essere uno dei modi per uscire dalla crisi. La Regione, infatti, ha un bilancio che pareggia a circa 12 miliardi di euro all’anno. Se queste risorse fossero indirizzate appropriatamente sarebbero possibili reali cambiamenti. E’ necessario, quindi, scegliere il Presidente migliore e, sicuramente, tra la candidata del centro sinistra e il candidato del PDL e della Lega Nord Roberto COTA non ci sono paragoni; il centro destra, è ormai evidente, amministra, con maggiore concretezza, saggezza e capacità, la cosa pubblica e Cota rappresenta bene queste attitudini. E’ un uomo di 42 anni, capogruppo alla Camera per la Lega Nord, persona con grande esperienza in Regione (ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio Regionale dal 2000 al 2005) e ottime capacità; è in ottimi rapporti con il PdL e con i vertici romani ed ha quindi sufficienti coperture politiche per fare cose concrete e scardinare i meccanismi di potere incancreniti e perversi di questa Città e di questa provincia.

Anche i candidati Consiglieri Regionali è bene sceglierli con attenzione; se il Presidente è il direttore d’orchestra, essi sono gli orchestrali che promuovono le leggi ed indirizzano le scelte del capo dell’esecutivo. Personalmente appoggerò Angelo BURZI, un uomo politico di valore, attuale capogruppo del PdL in Consiglio Regionale. Una persona corretta, con una visione liberale della società.

Il 28 e 29 marzo 2010 quindi il Vostro voto sarà importante per garantire la giusta alternanza. Una croce sul nome del candidato Presidente, Cota, e una croce sul simbolo del PDL a cui aggiungere, se si vuole, scrivendo, la preferenza per Burzi sarà un “contratto” che tutti noi onoreremo.

FINANZIARIA 2010

Sarà una manovra del valore di quasi 9 miliardi, che affronta in maniera equilibrata le esigenze dello sviluppo con quello del rispetto dei vincoli di bilancio. A fronte di 8,9 miliardi di saldo netto da finanziare, il deficit reale è di 5,2 miliardi.

Un aspetto molto rilevante di questa legge finanziaria riguarda tutti i provvedimenti di sostegno all’economia (difesa dell’occupazione, sostegno al lavoro e alle imprese) contro gli ultimi colpi di coda della crisi. Il solo “pacchetto Welfare”, se passerà così com’è al vaglio dell’aula, ha un impatto finanziario di oltre un miliardo, destinato a tenere la barra dritta sulla rotta che finora ha consentito all’Italia di mantenere l’indice di disoccupazione al di sotto della media europea. Così troviamo:

  • Proroga per tutti gli ammortizzatori sociali in deroga introdotti quest’anno e loro estensione anche a settori finora non  coperti;
  • Proroga per un altro anno della detassazione del 10% del salario di produttività;
  • Aumento dell’indennità per i co.co.pro rimasti senza lavoro;
  • Una dotazione di 120 milioni a disposizione per sconti contributivi alle aziende che assumono gli over 50 posti in cassa integrazione o in mobilità;
  • Altri 65 milioni saranno distribuiti tra premi e incentivi per ricollocare disoccupati, cassintegrati e disabili;
  • Ampliamento della platea dei lavoratori e delle mansioni per le quali si può far uso di buoni-lavoro;
  • In via sperimentale, verrà introdotta la cosiddetta “portabilità dell’indennità di disoccupazione”: significa che i datori di lavoro che assumeranno a tempo pieno e indeterminato lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione, beneficeranno di un incentivo pari a quella stessa indennità.
  • Spiccano gli 850 milioni di crediti di imposta alle imprese che investono in ricerca e innovazione;
  • Conferma del taglio del 20% dell’acconto Irpef di novembre;
  • A sostegno del settore dell’autotrasporto in crisi vanno 400 milioni;
  • Rifinanziato anche il fondo di solidarietà  per l’agricoltura (100 milioni), settore per il quale, peraltro, è previsto uno stanziamento complessivo di 1,5 miliardi.

Infine, per chiudere il cerchio, a fine anno sarà varato il decreto legge destinato a stimolare i consumi “di prodotti legati all’efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni di gas serra”: quindi rinnovo degli incentivi per vetture ecologiche, con un  ampliamento che potrebbe riguardare mobili, lavatrici, macchine utensili e personal computer.

Alla giustizia vengono destinati 2 miliardi. Seguono l’agricoltura (1,5), il welfare (1,1), la difesa del territorio (1 miliardo contro il dissesto idrogeologico), la difesa (750 milioni per le missioni internazionali). Per il comparto sicurezza, va segnalato lo stanziamento di risorse che consentiranno il turn over al 100% di polizia e vigili del fuoco: chi andrà in pensione sarà sostituito.

E ancora: finanziamento del 5 per mille per il volontariato; 400 milioni per l’Università; 130 milioni per le scuole paritarie; 103 milioni per la gratuità parziale dei libri di testo; 300 milioni per gli interventi di messa in sicurezza degli istituti scolastici…

CROCIFISSO

La manifestazione dei riti e dei simboli di questa religione, senza restrizione di luogo e modalità, può costituire una pressione sugli studenti che non praticano tale religione o di coloro che aderiscono a un’altra religione”. Questo un breve stralcio delle motivazioni della sentenza.

Da questa valutazione si può dedurre come, sempre più spesso, la realtà superi la fantasia dimostrando la incolmabile distanza tra la burocrazia europea e la storia e il sentimento del popolo italiano.

Ben diverso, infatti, fu il giudizio del Tar del Veneto, nel marzo 2005, e del Consiglio di Stato nel febbraio 2006, sul medesimo ricorso, attivato dalla stessa Signora Soile Lauti; entrambi ravvisarono nel Crocifisso “un valore laico della Costituzione Italiana, rappresentativo dei valori della vita civile” e non lo accolsero.

Che cosa dire? Nulla, se non che il Crocifisso deve rimanere nelle aule scolastiche.

Questa certezza, però, non può non farci riconoscere che l’errore di non aver identificato nella Costituzione Europea le radici giudaico-cristiane, quale patrimonio storico-culturale continentale, abbia avuto un peso nella sentenza sul Crocifisso.

Infine, mi pare inequivocabile come la ingiustificabile decisione della Corte Europea rappresenti una sconfitta per tutti i rappresentanti delle Istituzioni che ispirano la loro azione ad una laicità positiva e corretta ovvero che evidenzi il rispetto per le esperienze più profonde del popolo italiano, delle sue tradizioni e del proprio patrimonio storico, culturale e sociale oltre che religioso.

AUTOVELOX

E’ di questi giorni la notizia che il Prefetto ha dato il suo assenso affinché l’autovelox di corso Moncalieri sia tarato sui 70 km/h e non più sui 50 km/h. E’ una buona notizia. Senza presunzione posso affermare che è un primo successo della mia proposta di elevare a 70 km/h il limite di velocità sulle vie a grande scorrimento. Nell’ottobre 2008, infatti, presentai la mozione che aveva l’obiettivo di alzare il limite sulle strade cittadine in quei corsi dove i 50 km/h sono ormai anacronistici. Nel rispetto della sicurezza stradale era ed è necessario dare un segnale distensivo agli automobilisti troppo spesso vessati da continui divieti e

multe; credo infatti che sia l’unico modo per ottenerne in cambio il rispetto del Codice della Strada; sono certo che se la Pubblica Amministrazione si impegnasse a usare il buon senso e privilegiasse la prevenzione piuttosto che la sanzione si creerebbe un rapporto di fiducia con i cittadini che sarebbero i primi a rispettare questo rapporto di leale collaborazione e, probabilmente, si avrebbero meno infrazioni, più disciplina e meno proteste.

La mozione è in fase di ulteriore approfondimento in Commissione e credo che entro l’estate verrà approvata.

ZTL – ZONA A TRAFFICO LIMITATO

Torno volentieri sull’argomento in quanto ha destato numerose perplessità.

Noi siamo contrari ad un allargamento della Ztl storica attraverso l’utilizzo delle telecamere installate per la Ztl ambientale. Il mio pensiero, in questo caso, va ai lavoratori ed ai dati sull’inquinamento dell’aria. L’Arpa ha certificato che, nonostante i divieti, l’inquinamento atmosferico non accenna a diminuire e pertanto qualunque tentativo di limitare la circolazione degli autoveicoli, compresi gli Euro 0, 1 e 2, non può essere la soluzione. Credo che soltanto un buon servizio di trasporto pubblico, puntuale, pulito, sicuro e frequente nei passaggi, possa determinare una svolta nella qualità dell’aria; fino ad allora impedire la circolazione estendendo la Ztl e vietando lo spostamento ai mezzi più vecchi resta solo una misura punitiva, in particolare verso chi non può permettersi il lusso di cambiare la macchina o il furgone, e non un modello su cui fondare la vita della Città.

MENSE SCOLASTICHE

Su questo tema credo sia arrivato il momento di intervenire, non tanto sulla qualità dei prodotti, quanto sui costi che gravano sui cittadini che hanno figli che utilizzano le mense scolastiche.

Il servizio mensa, dall’asilo alle scuole medie, è appaltato dal Comune alle aziende private.

Il problema centrale che ho sollevato è la mancanza di concorrenza che automaticamente si traduce in uno sconto sulla base d’asta ridicolo (circa l’1% – precisamente lo 0,9%); infatti le aziende “tradizionalmente” vincitrici sanno di avere il coltello dalla parte del

manico in quanto senza di esse il Comune non godrebbe del servizio e quindi non riuscirebbe a fornire i pasti. Alcuni numeri:

– circa 50.000 pasti al giorno,  8.500.000 pasti all’anno (tra crudo e cotto)

– 170 i giorni di scuola

– costo di un pasto, a Torino, con primo, secondo, contorno, pane, frutta e acqua da 1,6 a 1,8 Euro (da altre parti circa 1,3 euro) in quanto la qualità è oggettivamente buona

– le spese delle aziende sono così divise: circa 45% per il personale, circa 35% per le materie prime, circa il 5% per il trasporto, circa il 3% per spese varie. Il resto è ricavo

– i ricavi di queste aziende torinesi vanno dal 10% al 15%. In realtà una media sufficiente ci indica nel 7% il ricavo corretto

– le vincenti dal 2001 ad oggi (appalti triennali) sono sempre le stesse: Camst, Gemeaz, Eutourist, Onama/Compas

Gara d’appalto servizio ristorazione scolastica anno 2008 per il triennio 08/09/10: importo di aggiudicazione per i 10 lotti è 116.877.182. Sconto medio 0,9%.

Con uno sconto normale, determinato dalla concorrenza, del 3 o 5% si risparmierebbero dai 3,5 agli 8,3 milioni di euro.

Gara d’appalto servizio ristorazione anno 2005 per il triennio 05/06/07: spese di aggiudicazione per 19 lotti è 94.656.000.

Dopo questa raffica di numeri, che spero non abbiano annoiato, si evince che il Comune affida ad un cartello di imprese il servizio, non predispone una alternativa in caso di emergenza o di rinuncia da parte dei vincitori, non prevede concorrenza e quindi, automaticamente, tutto ciò si riversa sui cittadini che pagano di più di quanto dovrebbero.

La mensa scolastica è un servizio a domanda individuale e quindi non può essere gratuito; può, però, essere pagato meno. Il Comune, inoltre, potrebbe aumentare la copertura dei costi; pensate che oggi il cittadino paga l’84% del costo del pasto; se il Comune intervenisse risparmiando sull’appalto, senza sacrificare la qualità (si può!! Lo garantisco), potrebbe mettere questi soldi nella copertura della spesa diminuendo automaticamente la quota a carico del cittadino.

LA TARSU NON DEVE AUMENTARE

La discarica di Basse di Stura chiude. E’ ufficiale. Erano anni che se ne parlava, finalmente è una realtà. Il termovalorizzatore non parte ancora. Forse, solo forse, verrà realizzato entro il 2012. In questi tre anni NON DOBBIAMO PAGARE L’INEFFICIENZA DELLE AMMINISTRAZIONI DI SINISTRA che dal 1995 ad oggi si sono succedute alla guida della Città e della Provincia. Siamo, pertanto, fortemente contrari al paventato aumento della Tarsu a seguito della chiusura della discarica. Noi chiediamo, da tempo e con forza, che l’Amiat venga gestita meglio e quindi abbia meno costi; siamo, da sempre, contrari al metodo di raccolta porta a porta che, per una città come Torino, è troppo costoso. Razionalizzando le spese di un’Amiat, troppo intenta a fare gli interessi di pochi a scapito dei cittadini, si potrebbe evitare l’aumento della tassa rifiuti.

Nel frattempo invito tutti coloro che possono farlo di ricorrere contro l’applicazione dell’Iva sulle bollette dei rifiuti. Torino in questo caso è virtuosa in quanto non applica l’Iva, ma molti dei Comuni della provincia sono soggetti contro i quali ricorrere. Trovate i moduli su molti siti dell’associazione consumatori.

MARCIAPIEDI

I giusti e doverosi suggerimenti dei cittadini hanno avuto successo. Grazie a loro, all’inizio del 2008, chiesi di tenere conto della manutenzione dei marciapiedi e delle strade. Pochi soldi erano destinati a questo tema, ma la qualità della vita di una città si misura anche da queste piccole cose. Oggi, fine 2009, l’Amministrazione ha stanziato finalmente una cifra adeguata. Questo eviterà, a mio giudizio, molti infortuni, soprattutto alle persone anziane.

SILVIO BERLUSCONI

Rabbia, sdegno, maggiore convinzione nel continuare a difendere le nostre idee. Questi sono solo alcuni dei sentimenti che ho provato vedendo le immagini dei telegiornali. L’attentato a Silvio Berlusconi non può essere giustificato, in alcun modo.

Le parole cariche d’odio di Di Pietro, lo stillicidio di insulti del PD, la “santa alleanza” contro Berlusconi di Casini, le esternazioni del Presidente della Camera sono solo una parte dei motivi che hanno portato a questa fanatica aggressione.

Le parole sono pietre e non si dovrebbe mai dimenticarlo.

La mia più profonda solidarietà ad un uomo di 73 anni che si è messo al servizio del Paese per migliorarlo. Un uomo che ho avuto il piacere di incontrare due sole volte, ma in cui credo fermamente; l’unico uomo politico che sta provando a riformare un’Italia che così com’è non può dare un futuro ai nostri giovani.

Un abbraccio, Presidente!

Buon Natale e Felice Anno 2010. La speranza è fare sempre al meglio il proprio dovere; i risultati arriveranno.

Andrea Tronzano