Commemorazione di Camillo Benso di Cavour nel 151° anniversario della morte – Santena 6 giugno 2012

Commemorazione di Camillo Benso di Cavour nel 151° anniversario della morte – Santena 6 giugno 2012

Mi fa piacere inserire integralmente il discorso tenuto ieri a Santena in rappresentanza della Città di Torino:

“Sono particolarmente lieto e onorato di poter rappresentare la Città di Torino, qui a Santena, sede delle spoglie mortali dello statista, per il  151° anniversario della scomparsa di Camillo Benso.

Mi piace ricordare, visto che il nostro tempo richiede sobrietà, come la tomba, dichiarata monumento nazionale nel 1911, sia un loculo semplice e austero posto nella cripta sotto la cappella di famiglia della chiesa dei SS. Pietro e Paolo, tra l’altro, per sua espressa volontà, accanto all’amato nipote Augusto Benso di Cavour, figlio di suo fratello Gustavo, morto a 20 anni nella battaglia di Goito.

Camillo Benso è stato un patriota dell’Italia.

Fu protagonista del Risorgimento e propositore delle idee liberali oltre che del progresso civile ed economico. Camillo Benso aveva infatti fede nel progresso che per lui era soprattutto intellettuale e morale, poiché risorsa della dignità e della capacità creativa dell’uomo. A tale convinzione si accompagnava la certezza che la libertà economica fosse essenziale all’ interesse generale perchè destinata a favorire tutte le classi sociali.

Uomo politico e diplomatico, fu proprio Cavour a porre le basi del progetto politico, nonché a conseguire l’unificazione della nostra penisola facendo leva non tanto sull’aspetto militare, quanto sulla diplomazia e sul trionfo delle libertà costituzionali e civili, in cui credeva strenuamente.

Nella situazione spinosa in cui verteva l’Italia prima dell’unificazione, la figura di Cavour ebbe un’importanza storica fondamentale. Cavour riuscì a destreggiarsi tra le difficoltà, portando a compimento il suo progetto. L’importanza storica del personaggio ha trovato recenti lodi nel discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel corso delle onorificenze per il 150esimo della nostra nazione, ha celebrato la figura di Cavour dipingendolo come ‘Massimo, sapiente artefice e regista dell’unificazione italiana’.

Regista, una parola piuttosto adeguata quando si parla di Cavour. Egli utilizzò la diplomazia e mise in funzione una strategia che riuscì a portare a compimento l’unificazione dello stato italiano sotto un unico stendardo nazionale.

Promosse il libero scambio, i grandi investimenti industriali (soprattutto in campo ferroviario) e la cooperazione fra pubblico e privato.

Cavour nell’agiografia postunitaria dall’anno della sua morte fu ritenuto il “Padre della Patria” da un illustre personaggio come Giuseppe Verdi che lo definì “il vero padre della patria”.

Non mi resta che omaggiare lo statista e le sue opere che possono somigliare alle nostre, ma che non possiamo pretendere le eguaglino ma solo sperare di prenderle ad esempio”.