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Il sindaco avverte: «Il governo mantenga i trasferimenti». Tronzano e Marrone attaccano
La buona notizia è che il 2014 sarà «l’anno della ripresa» dice il sindaco Falsino. L’incognita invece è legata al programma di governo, ovvero alla revisione del patto tra Stato ed enti locali che prevede «la conferma dei trasferimenti del 2013» (…)
Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno il sindaco anticipa le mosse del Comune per l’anno prossimo, articolate su cinque direttrici. La prima è la messa in ordine dei conti, con l’indebitamento che dovrebbe scendere sotto i 3 miliardi, anche grazie all’abbattimento della spesa corrente «con l’abbassamento al 35 per cento del costo del personale». Continueranno le «valorizzazioni del patrimonio», ovvero la vendita degli immobili, oltre alla realizzazione di altri 10 parcheggi pertinenziali che porteranno in cassa qualche milione. Saranno portati a termine 40 progetti «smart city» che hanno coinvolto 350 privati, il che ha fatto di Torino «la città più smart» tra i grandi centri italiani secondo il commissario dell’Unione europea. Confermata per il 2014 anche la politica dei supporti privati per la cultura: 20 milioni quest’anno, che il Comune punta ad aumentare» per confermare il primato di città che «punta alla cultura come nuova vocazione»: Salone del Libro, Film Festival, Salone del gusto, una manifestazione dedicata a Mozart a giugno e un’altra per la ricorrenza della caduta del muro di Berlino, senza contare una serie di mostre tra le quali una dedicata a Roy Lichtenstein. (…)
Bilancio insomma positivo, ma anche no secondo Andrea Tronzano (Fi) che annota: «Quando si parla di trasformazioni urbane senza aver voluto aggredire, in questi due anni e mezzo, le pesanti e nocive imposizioni burocratiche a carico delle piccole e medie imprese del settore edile significa non tenere conto della realtà e sostenere azioni illusorie che non porteranno i frutti previsti». «Quando si asserisce di voler continuare nelle dismissioni delle partecipate non si tiene conto di come la maggioranza non voglia ridurre il debito, aumentare gli investimenti dei privati nel settore dei servizi pubblici, e diminuire le tariffe». (…) [A. Costa]