Il Governo “sblocca” 5,7 milioni per completare la metropolitana – CronacaQui

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La consegna dei cantieri tra Italia ’61 e piazza Bengasi potrebbe tardare ancora
II terrore dei commercianti è che lo «slittamento» possa comportare da uno a due mesi di lavori in più sul cronoprogramma, specie dopo aver visto gli operai impegnati nel cantiere della stazione di Italia ’61 dirottati verso piazza Bengasi per predisporre l’arrivo della “talpa” che effettuerà Io scavo.
La speranza di Palazzo Civico è che all’annunciato «sblocco» di 5,7 milioni di euro per il finanziamento dell’ultimo tratto della prima linea di metropolitana – strappato dall’assessore Claudio Lubatti al ministro delle Infrastrutture, Graziano Deirio a margine dell’Assemblea nazionale dell’Anci – corrisponda «una settimana, al massimo due» di attesa per avere in cassa le risorse con cui terminare l’opera. Nel mezzo, dunque, non resta che l’attesa di un chiarimento definitivo sui tempi per il completamento della prima linea della metropolitana. Chiarimento che potrebbe arrivare già la prossima settimana e con tempistiche certe. Dopo le polemiche accese negli scorsi giorni da un filmato del consigliere di Forza Italia alla Circoscrizione Nove, Alessandro Lupi, che documentava «l’ennesimo stop ai lavori» (…)
Al centro dell’intoppo ci sarebbero due dei tre documenti di Stato avanzamento lavori che il Mit deve finanziare su cui Lubatti ha informato la Commissione Trasporti di Palazzo Civico rassicurando i consiglieri sul reperimento delle risorse e continuando a smentire l’interruzione delle attività tra Italia ’61 e piazza Bengasi. Tutt’altra l’impressione dei consiglieri di opposizione. «Quel filmato dimostra che i lavori sono fermi» ribadisce senza mezzi termini il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Civico, Andrea Tronzano, poco convinto della possibilità che le risorse del ministero raggiungano Torino in tempi brevi. «Io credo che non ci siano più scuse. I commercianti e i cittadini non possono patire continui slittamenti per ragioni che non sono comprensibili dopo tre anni. Parlare di seconda linea è uno schiaffo a chi ancora aspetta la fine delle prima. L’assessore se ne renda conto e tragga le dovute conseguenze». [en.rom.]

29.10.15_ToCronaca_Metropolitana