Il Pd: «Un cancro per l’Italia». Ma di sgombero non si parla – CronacaQui

Il Pd: «Un cancro per l’Italia». Ma di sgombero non si parla – CronacaQui

Il suo partito è lo stesso di quello di Castellani, Chiamparino e Fassino, i tre sindaci che hanno amministrato Torino negli ultimi vent’anni. Ma nonostante la tessera del Pd, l’onorevole Stefano Esposito non esita a definire Askatasuna «un cancro per il Paese» e non ha paura a puntare il dito contro la sostanziale immobilità della politica negli ultimi 10 anni. «L’illegalità va colpita là dove si annida – ha sottolineato Esposito -. Mi rendo che c’è una valutazione della Prefettura e della Questura, che non intendono aprire altri fronti dal punto di vista della sicurezza, e io sono abituato a difendere l’attività delle forze dell’ordine. Ma negli ultimi 10 anni l’operazione di sgombero si poteva condurre: è sempre mancata la volontà secca della politica. Si è preferito tenerli lì: però quando una metastasi non la si colpisce per tempo diventa maligna». Parole molto simili a quelle pronunciate da un altro parlamentare, ma questa volta del Pdl, come Agostino Chiglia che del contrasto ai centri sociali ha fatto una bandiera. «La orima mozione in tal senso Mio presentata nel 1994 – ricorda Chiglia – e da allora tante cose sono cambiate. Ma, secondo me, l’azione contro i centri sociali non è ancora abbastanza incisiva. Non si deve tollerare nulla. Lo stesso vale per il Pd: chi marcia a fianco dei violenti deve essere espulso. Ma il problema è che in quel partito in troppi li interpretano come compagni che sbagliano. Un po’come si faceva con i brigatisti».
Se il presidente della Provincia Antonio Saitta definisce il centro sociale di corso Regina «un’organizzazione stalinista e militare organizzata in modo scientifico e non un movimento spontaneo», a riproporre la posizione già espressa ai tempi della giunta Chiamparino è invece il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, che ribadisce quanto «quella dello sgombero dei centri sociali non è una decisione che il Comune di Torino può assumere da solo ma che deve essere concordata dal tavolo per la sicurezza». Più diretto il capogruppo di Sel Michele Curto, che pur appoggiando la giunta Fassino, dichiara senza mezzi termini che «Askatasuna non deve essere sgomberato» e che «non si posso ignorare le sue ricadute positive sul quartiere». «Evidentemente – continua Curto – Manganelli ha degli elementi in più. Io dico soltanto che è in corso un’indagine della magistratura e che, a mio avviso, è sbagliato montare un clima del genere alla vigilia di una manifestazione che dovrà essere pacifica e popolare».
Posizioni che probabilmente verranno ripetute anche nel corso di un dibattito in Sala Rossa, visto che tanto il Pdl quanto la Lega Nord si sono detti pronti a presentare una mozione per chiedere lo sgombero del centro sociale in seguito alle dichiarazioni di Manganelli. «Sarà l’ennesima – dichiara il capogruppo della Lega Nord, Fabrizio Ricca – ma dopo i 20 anni di Castellani e Chiamparino spero che Fassino possa agire in maniera più libera per tutelare i cittadini onesti». «Le dichiarazioni di Manganelliaggiunge il capogruppo del Pdl, Andrea Tronzano – rappresentano un segnale ineludibile: si devono prendere provvedimenti. Fino ad oggi l’amministrazione ha avuto un atteggiamento tollerante e prudente che non ha più ragione di esistere». Parole alle quali fanno eco le dichiarazioni di altri esponenti azzurri. (…) Per il coordinatore regionale del partito, Enzo Ghigo, chiarisce che «la decisione non spetta a me, ma se ci fossero gli estremi per chiudere Askatasuna lo farei». Per il presidente del gruppo della Lega Nord, Mario Carossa, il sindaco deve invece «isolare i fiancheggiatori del centro sociale in Sala Rossa». [a.g-p.var.]

24.02.12_ToCronaca_Pd