Sessantamila visitatori in un anno. «Quattordici milioni spesi dall’amministrazione a fronte di un incasso di 300 mila euro nell’ultimo anno». Morale? «Uno sproposito». La soluzione? «Chiudere lo spazio espositivo e trasferire le collezioni al museo d’Arte Antica».
La ricetta dei consiglieri comunali di Fi-Pdl per il Mao, il museo di arte orientale, è un po’ drastica, al punto da far montare su tutte le furie l’assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri. Ieri, dopo aver letto la proposta di Ferdinando Ventriglia – «spendiamo due milioni di euro e ne incassiamo 32 mila per teatri e musei, è ora che anche Palazzo civico prenda atto che i tempi sono cambiati ed elimini gli sprechi» – Alfieri ha prontamente girato il comunicato a Mario Resca, il funzionario che il ministro dei Beni culturali Bondi ha messo a capo del dipartimento per la valorizzazione dei musei.
«Visto che era venuto all’inaugurazione volevo che sapesse quali idee geniali partoriscono i consiglieri torinesi di Forza Italia, che vorrebbero candidarsi alla guida della città e pensano di cancellare un museo, per di più aperto da poco, per di più il più importante in Italia dedicato alle arti orientali, un’area che sarà sempre più determinante per le sorti del mondo».
Gli esponenti di Fi-Pdl, Cantore, Tronzano e Furnari, hanno attaccato tutto il bilancio di previsione 2010 di Palazzo Civico che ieri sera è comunque stato approvato «a tempo di record» commenta soddisfatto l’assessore Passoni. [a.ros.]
