La casa è una priorità. Sì! Necessario, allora, avere risorse e idee. Il sistema di edilizia residenziale pubblica, Erps, ha agito, in passato, su due canali: l’edilizia sovvenzionata, a totale finanziamento pubblico, e l’edilizia agevolata, a parziale finanziamento pubblico. Il risultato oggettivo, acritico, vede oggi una elevata diffusione della casa di proprietà, una contenuta presenza di alloggi pubblici destinati alle fasce di bisogno o a basso reddito e una offerta ridotta di abitazioni in locazione. Oggi è necessario fare il punto. Alla fisiologica domanda degli anni passati, quelli prima della travolgente e drammatica situazione di questi anni, dobbiamo sommare i nuovi fattori di crisi: forte crescita dei valori mobiliari, Imu e ricadute sugli affitti o sulla proprietà, mutui con tassi di interesse troppo alti, contratti atipici che rendono impossibile l’acquisto di un alloggio. Ma anche le necessità provenienti dai ceti sociali a reddito medio che non possono accedere ai bandi e al tempo stesso non riescono a permettersi un affitto sul mercato privato.
Infine non bisogna dimenticare le condizioni di vita quotidiana insostenibili delle persone disoccupate, inoccupate, precarie e delle giovani coppie, delle famiglie monogenitoriali, dei separati, degli anziani con pensioni basse (che prima dell’entrata in vigore dell’euro ce la facevano). A Torino abbiamo circa 18.000 alloggi. Le domande giunte attraverso l’ultimo bando sono state 8.000, ma solo 500 sono gli alloggi disponibili ogni anno. 800 circa sono gli alloggi vuoti, ma nessuno di questi è vuoto per volontà; gli alloggi non occupati lo sono perché sono sottoposti a manutenzione ordinaria o straordinaria, per bonifiche da amianto oppure perché debbono essere destinati, per legge, ai cosiddetti cambi alloggio. La domanda, allora, è automatica. Consideriamo la casa come una priorità assoluta per la vita di ciascuno? Il tema dell’aiuto alle persone a rischio di esclusione sociale interessa veramente o lo usiamo solo per i dibattiti?
Sono certo di non sbagliare dicendo che i rappresentanti istituzionali vogliano risolvere il problema casa. Allora, se così è, dobbiamo contribuire con idee e stanziare risorse adeguate. Le proposte che ritengo utili porre nel dibattito sono: casa come elemento di rilevante e determinante interesse per la comunità locale e conseguente scelta politica che implementi le risorse, esclusione dal patto di stabilità dei soldi pubblici investiti sulla casa, togliere l’Imu ai gestori delle case popolari ovvero all’Atc (in modo da poterli destinare alla manutenzione e accelerare la consegna degli alloggi vuoti), interventi integrati pubblico-privato, anche sugli invenduti, per agire sulle dimensioni del disagio, housing sociale fatto attraverso terreni pubblici concessi a prezzi bassi, consentire il pagamento degli oneri concessori con quota parte degli alloggi realizzati.
Andrea Tronzano
consigliere comunale – capogruppo Pdl Città di Torino