La Corte dei conti passa al setaccio il bilancio 2010 del Comune – La Stampa

La Corte dei conti passa al setaccio il bilancio 2010 del Comune – La Stampa

Molte richieste di chiarimenti su spese, debiti e residui attivi

Dopo una settimana di tensioni e malumori ieri la nota riservata con cui Corte dei conti ha chiesto al Comune chiarimenti sul bilancio consuntivo del 2010 è approdata in commissione capigruppo. L’assessore al Bilancio Passoni ha spiegato che il documento della Corte non è pubblico, si tratta di un’istruttoria che ogni anno viene indirizzata non alla giunta ma al collegio dei revisori dei conti del Comune. Saranno loro a dover rispondere alle richieste e, su quella base, la magistratura contabile emetterà poi il suo verdetto, contestando eventuali inadempienze o illegittimità. Nella nota, datata 9 marzo, i giudici avevano sollevato alcune obiezioni sui conti della città e delle sue società partecipate, chiedendo chiarimenti prima di arrivare a una pronuncia. Sei pagine di rilievi. A cominciare dalla «mancanza di equilibrio strutturale» determinata dalla differenza fra entrate e spese correnti non destinata a spese per investimenti. E una «differenza di parte corrente negativa, oltre 46 milioni di euro, coperta con un utilizzo dall’avanzo di amministrazione per 15 milioni ed entrate di natura straordinaria quali i contributi per permesso di costruire e le plusvalenze da alienazione da beni patrimoniali». Un rischio, finanziare spese ordinarie attraverso entrate di natura straordinaria, secondo la Corte, soprattutto quando le entrate straordinarie si riferiscono a «contributi per permesso a costruire», di cui l’amministrazione avrebbe usato il 74,8 per cento (quasi il massimo consentito dalla legge) per coprire la spesa corrente. Altro capitolo: i residui attivi. Troppo massicci quelli anteriori al 2006 – oltre 441 milioni su un totale di 1,6 miliardi – tanto da far sorgere «forti dubbi» sulla capacità di recuperarli. E per i residui passivi, a fronte di un totale di 1,7 miliardi, ci sarebbero 330 milioni antecedenti al 2006, «possibile indice di criticità nelle procedure di pagamento del debito». Il fronte preoccupante del debito riguarda anche la rinegoziazione, i cui interessi sarebbero passati da 4,1 a 15,1 milioni. Eccezioni anche sulle partecipate: da Csi a Gtt, da Soris a Italia 150 si rileva l’incremento delle spese per il personale a fronte della riduzione dei dipendenti; per altre (Amiat, Afc, Trm) si evidenzia l’alto indebitamento. «Un documento scontato nella sua drammaticità», commenta il capogruppo del Pdl Andrea Tronzano. «Ora la giunta ci dica quali sono le sue priorità».

04.04.12_Stampa_Corte conti