Maggioranza in rivolta “Scelte più collegiali o si rischia la crisi” – La Stampa

Maggioranza in rivolta “Scelte più collegiali o si rischia la crisi” – La Stampa

Dura l’opposizione «Così Torino si conferma la città più indebitata»

La notizia in un amen ha fatto il giro della città, fatto impallidire gli assessori in sala e scatenato l’allarme rosso tra i consiglieri comunali. Uno degli effetti dell’uscita dal patto è infatti il taglio del 30% agli stipendi di sindaco, assessori, consiglieri comunali e presidenti di circoscrizione. Le grida di dolore non si sono fatte attendere, e non riguardano solo il taglio degli stipendi. C’è una maggioranza in fibrillazione. Reazioni veementi. Sinistra e libertà e Italia dei Valori in una nota congiunta attaccano la scelta del sindaco: «È preoccupante la modalità con la quale decisioni di così ampia portata vengono prese: la mancanza di collegialità e informazione rischiano di minare i rapporti in seno alla maggioranza». La conclusione suona come un’aperta dichiarazione di guerra: «O si cambia rotta o il sindaco, e soprattutto chi lo consiglia, più che dal patto di stabilità rischia di uscire dalla sua maggioranza».

Imbarazzo anche nel Pd, il partito di Fassino, che se da un lato definisce inevitabile la scelta di uscire dal patto e sostiene la necessità di rivederlo, dall’altro chiede a sindaco e giunta, con il capogruppo Lo Russo e la segretaria Bragantini, «una maggiore concertazione sulle politiche di bilancio e nella gestione delle risorse umane e finanziarie. Occorre un rapporto diverso e più sinergico tra chi svolge il ruolo di gestore dei conti dell’amministrazione, la maggioranza che sostiene la giunta e il sindaco e gli organi di decentramento circoscrizionali». «È un pericoloso e grave precedente», lamenta il capogruppo Pdl Andrea Tronzano. «Un conto è discutere sul superamento del patto (come tutti auspichiamo), un conto è violare una legge in barba a tutte le altre grandi città». «È come prendere una multa e dire di non volerla pagare», attacca Fabrizio Ricca della Lega. «Significa ammettere definitivamente che Torino è la città più indebitata d’Italia, condannarla all’aumento del debito». [A. Ros.]