Torino buca il patto «La legge è stupida» – Il Giornale del Piemonte

Torino buca il patto «La legge è stupida» – Il Giornale del Piemonte

Il sindaco: «Meglio pagare i fornitori». Scattano le sanzioni: niente assunzioni

Dice che la legge è «stupida». E quando la legge è stupida come nel caso del patto di stabilità si può violare. «Ma sarebbe meglio definirla una legge cieca» dice il sindaco Piero Fassino. La sostanza non cambia: il Comune ha deciso di sfondare il tetto di contenimento della spesa applicato agli enti locali, il patto di stabilità appunto. «È una norma stupida che non distingue gli investimenti dalle spese di indebitamento. Dunque la infrangeremo. La città di Catania ha lo stesso debito di Torino ma non ha né la metropolitana né un inceneritore. E non si capisce perchè debba essere considerata sullo stesso piano di Torino dal punto di vista dei conti. Questo è assurdo». Sfondando il tetto, ovvero spendendo più del consentito, in Comune arriveranno della sanzioni, quattro in particolare: la prima sotto forma di riduzione del 3% dei trasferimenti dallo Stato (si calcola una trentina di milioni), (…)

L’opposizione tuona facendo leva sulla contraddizione tra il legalitarismo (sbandierato) del centrosinistra e la prassi (odierna) di infrangere una legge solo perché considerata «stupida». «Fassino – attacca il capogruppo Pdl Andrea Tronzano – attua un pericoloso e grave precedente. Un conto è discutere del superamento del patto come tutti auspichiamo, un conto è violare una legge in barba a tutte le altre grandi città. Il patto sarà cieco ma l’incapacità si vede benissimo. I parametri di virtuosità del Comune sono ai minimi e quindi subìremo una ulteriore sforbiciata dai trasferimenti statali. Mi chiedo come faremo, senza i vantaggi del patto, a pagare i nostri debiti. E mi chiedo anche da dove spuntino i 200 milioni di pagamento ai fornitori». Rincara la dose Fabrizio Ricca della Lega Nord. «Fassino si comporta come un cittadino che si prende una multa. Significa condannare Torino all’aumento del debito in futuro. Non vorremmo che eventuali magagne venissero tenute sotto silenzio». (A. Costa)