Mense scolastiche. Bloccati tutti gli appalti – La Stampa

Mense scolastiche. Bloccati tutti gli appalti – La Stampa

La delibera da 111 milioni sospesa fino all’approvazione del bilancio

L’altolà è arrivato ieri nel bel mezzo della giunta, quando l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni ha stoppato una delibera con cui la città avrebbe dato il via al capitolato per la gara d’appalto con cui rinnovare il servizio di ristorazione nelle scuole gestite dal Comune. Un impegno di spesa da 111 milioni in tre anni.

Nelle scorse settimane la giunta ha varato un provvedimento per bloccare tutti gli impegni di spesa fino alla chiusura del bilancio preventivo, una misura necessaria per mettere un freno alla spesa ed evitare di farla correre. «Se fermiamo delibere da 5 mila euro non possiamo farne passare una da oltre cento milioni», è stato il ragionamento di Passoni. Che spiega: «Si tratta soltanto di rinviare di qualche settimana, il tempo di approvare il bilancio e ragionare su un quadro di risorse il più possibile certo».

Si tratta anche di verificare se l’entità dell’appalto possa essere ridotta, ovviamente senza pregiudicare il servizio. Palazzo Civico sta rivedendo tutti i contratti, e questo a molti pare eccessivamente costoso, considerato il fatto che – a parità di servizio e di imprese vincitrici – nel triennio 2006-2008 la città ha speso 95 milioni, però lievitati a 116 nel periodo 2008-2010. Un compito che spetterà all’assessore all’Istruzione Maria Grazia Pellerino che aveva presentato la delibera e che ieri mattina aveva illustrato le linee guida in commissione Cultura, dove l’opposizione ha chiesto conto dei costi del servizio, in particolare di alcune novità introdotte, come la sostituzione delle stoviglie in plastica. Una scelta – spiega l’assessore Pellerino – dettata da ragioni ambientali: «Ogni anno serviamo quattro milioni di pasti che si traducono in una montagna di rifiuti, 157 tonnellate, che andrebbero a bruciare nell’inceneritore. Noi invece vogliamo introdurre pratiche intelligenti ed efficienti». La soluzione individuata è questa: chi vincerà l’appalto, oltre a consegnare i pasti nelle scuole, dovrà recuperare i piatti e lavarli in strutture proprie.

Secondo i calcoli effettuati dal capogruppo del Pdl Andrea Tronzano «con l’ausilio di esperti del settore» – «si rischia di spendere quattro milioni in più all’anno rispetto a quando si utilizzavano le posate usa e getta, che tra l’altro sono più igieniche».

Il maggior costo potrebbe tuttavia essere compensato dai nuovi criteri previsti dal capitolato, che dovrebbero garantire maggiore concorrenza. «Le ditte che parteciperanno alla gara non saranno tenute a essere già dotate di un centro cottura», spiega Pellerino. «Chi vincerà, però, dovrà provvedere almeno quattro mesi prima di avviare il servizio», cioè entro inizio settembre. Secondo Tronzano i limiti stringenti previsti dai precedenti appalti limitavano la concorrenza tra ditte favorendo sempre le stesse imprese, già attrezzate. «Negli anni scorsi le ditte vincitrici hanno applicato uno sconto inferiore all’1 per cento in media, quando in questi casi di solito si viaggia tra il tre e il cinque. In ogni caso le novità ora introdotte sono sicuramente un aspetto importante purché non si rivelino solo un escamotage linguistico. La priorità ora è diminuire i costi dei pasti a carico dei genitori mantenendo una qualità elevata». Qualità che il Comune assicura: dai prodotti coltivati a filiera corta allo smaltimento degli imballaggi, dalle intese con le organizzazioni degli agricoltori ai progetti con Slow Food. [A. Rossi]

21.03.12_Stampa_Mense