Niente deroga sul rumore. Fuorilegge il concerto dei Muse – La stampa

Niente deroga sul rumore. Fuorilegge il concerto dei Muse – La stampa

Bloccato in Comune da un pasticcio burocratico il provvedimento che consente di scorare i decibel. Gli organizzatori rischiano solo una multa ma insorgono: pronti a restituire i soldi dei biglietti.

Il rebus è risolvibile, però – diciamo la verità – non è una bella figura. In fondo, i Muse avevano scelto Torino mica a caso: avendo già una data a Roma sembrava il posto ideale per raccogliere l’imponente bacino di fan della band britannica a cavallo tra il Nord Italia e la Francia. Senza contare Torino, ormai meta prediletta dei forzati del rock. Insomma, le premesse per un grande veneto c’erano – e ci sono – tutte; a cominciare dalle date di venerdì e sabato prossimo, quasi sold out.

La rivolta dei promoter

Il guaio si è materializzato ieri, quando in Comune si sono accorti che per far suonare Matthew Bellamy e soci allo stadio Olimpico serviva una deroga al regolamento sull’inquinamento acustico. Un po’ tardi; infatti non è detto che la deroga arrivi. Il problema rumore, tra l’altro, è destinato a riproporsi il 16 luglio, quando sul prato dell’Olimpico approderà Jovanotti. In questo caso la richiesta non c’è ancora, ma è solo questione di tempo. Cosa succederà? Improbabile che i concerti vengano annullati (anche se il centrodestra cittadino chiede proprio questo); più probabile che i Muse suonino, sfocando i decibel previsti dalla legge e di conseguenza si prendano una multa. Mille euro.
Cifra più che abbordabile per gli organizzatori (la società milanese Vivo), visto l’incasso al botteghino. Che però non l’hanno presa bene, come gli organizzatori di Jovanotti, Live Nation Set Up. «Restituiremo i biglietti venduti finora per Jovanotti e lo stesso faranno gli organizzatori dei Muse», tuona Giulio Muttoni, patron di Set Up. Ipotesi che getta nel panico il mondo del turismo: «Sarebbe un autogol», spiega Giancarlo Banchieri di Confesercenti. «Le prenotazioni alberghiere per i tre concerti sono già migliaia».

Concerto con multa

Il rebus da sciogliere, come dicevamo, sta a Palazzo Civico. Il regolamento comunale sull’inquinamento acustico prevede un limite massimo di cinque deroghe l’anno per ciascun impianto. All’Olimpico le hanno già esaurite. Unica soluzione: una deroga alla deroga. Già, ma per adottarla – oltre al fatto che la richiesta è arrivata in ritardo serve una delibera votata dal Consiglio comunale. La delibera l’hanno preparata giovedì in tutta fretta gli assessori allo Sport e all’Ambiente, Gallo e Lavolta. L’unico Consiglio disponibile prima del concerto di venerdì è mercoledì, ma ieri la conferenza dei capigruppo ha bloccato tutto. Solo il Pd si è detto favorevole alla richiesta del vice sindaco Dealessandri. Contrarie le opposizioni, astenuti i Moderati, mentre Sel e Mov 139 hanno abbandonato l’aula. A questo punto i Muse suoneranno già sapendo di incappare in una sanzione, come successe agli U2, a meno che non si faccia un Consiglio straordinario giovedì.

Bagarre in Comune

(…) Polemico anche il capogruppo del Pdl Andrea Tronzano: «Sono pronto a fare il possibile perché Torino non subisca un danno d’immagine, ma l’unica soluzione è la modifica del regolamento. Questa maggioranza è sempre in ritardo. E non si capisce perché se per i concerti le deroghe sono cinque, non si applichi lo stesso criterio con i locali fracassoni».

L’ultima domanda è di Muttoni: «Torino ha deciso qual è la sua vocazione? Così non sarà mai una capitale del rock». [A.Rossi]

22.06.13_Stampa_Concerti