Concerti, la Sala Rossa spegne la musica – La Repubblica

Concerti, la Sala Rossa spegne la musica – La Repubblica

La Sala Rossa vuole mettere la sordina ai concerti

La Sala Rossa vuole mettere la sordina ai prossimi concerti dell’Olimpico. Dopo il successo di Vasco Rossi, circa 150 mila paganti in quattro serate, in calendario ci sono due grandi eventi: i Muse, doppio appuntamento il 28 e il 29 giugno, e poi Jovanotti, il 16 luglio.

La conferenza dei capigruppo, per mancanza del numero legale, non è riuscita a mandare in aula la delibera, firmata dagli assessori all’Ambiente, Enzo Lavolta, e allo Sport, Stefano Gallo, per autorizzare lo sforamento dei decibel rispetto al tetto di 65 previsto dal regolamento comunale. Limite impraticabile per un concerto allo stadio. Il problema è sorto perché l’assessore Gallo si è accorto in zona Cesarini che Vasco, con quattro concerti e un giorno di prove, ha esaurito il bonus di cinque deroghe automatiche per l’exComunale. Quindi serve una delibera ad hoc che autorizzi la giunta a concedere nuovi sforamenti. (segue)

Concerti, la Sala Rossa spegne la musica

Il “bonus decibel” azzerato da Vasco.  E la delibera di deroga non passa

(segue …) Non andando in aula mercoledì, a meno che non riescano a metterci una pezza, il primo concerto a rischio è quello della band inglese dei Muse organizzato da Vivoconcerti. Il promoter, oltre a da 10 mila euro a serata, rischia la sospensione del concerto. (…)

Anche dal Pdl arrivano segnali positivi. Andrea Tronzano dice: «Sono pronto a fare il possibile perché Torino, la mia città, non sia danneggiata nella propria immagine, ma questa delibera è invotabile. L’unica soluzione è la modifica del regolamento. Perché peri concerti le deroghe sono al massimo 5 e per altri locali inquinanti acusticamente non si applica lo stesso criterio?».

Poi viene Jovanotti, che dal sindaco di Milano Pisapia ha ottenuto una deroga in cambio della promessa di far entrare gratuitamente giovani che non possono permetterselo a San Siro. Data realizzata da Live Nation-Set Up. «Non so più cosa dire – spiega Giulio Muttoni – i numeri dimostrano che cosa portiamo alla città. Ci dicano cosa vogliono fare in Comune e se ci sono problemi con noi. Per Jovanotti abbiamo venduto 32 mila biglietti, sei limiti rimarranno questi annulleremo il concerto e li restituiremo. Spero che di qui a luglio ci metteranno mano. Altrimenti, oltre a perderci noi, ci perderà Torino. Il 75-80 per cento del pubblico di Vasco Rossi è venuto da fuori Piemonte». Muttoni approfitta della questione per togliersi qualche sassolino: «Sono sicuro che Curto e Sbriglio hanno fatto mancare il voto perché erano convinti che i Muse li organizzassimo noi». E poi: «Per Vasco abbiamo cercato accordi con Turismo Torino, non ci siamo riusciti, e non ci sono arrivati segnali dall’assessore al Turismo, Braccialarghe. Si parlava di un tavolo, ma nemmeno il sindaco Fassino ha battuto un colpo».

Si fa sentire anche Giancarlo Banchieri, vicepresidente responsabile del settore turismo della Confesercenti: «La cancellazione sarebbe un autogol, sia per l’immagine di Torino sia per le ricadute negative sulle imprese turistiche. Sono già migliaia le prenotazioni per i tre concerti: gli alberghi dovranno annullarle tutte. Certi giochetti in questo momento sarebbe meglio non farli». (…) [D.Longhin]

22.06.13_Repubblica_Concerti