Non solo Irpef. Il nuovo salasso si chiama Tares – La Stampa

Non solo Irpef. Il nuovo salasso si chiama Tares – La Stampa

Da luglio entrerà in vigore la nuova tassa rifiuti. Non meno di 30 centesimi in più al metro quadrato.

Palazzo Civico è in trincea. Stremato dalle centinaia di milioni in meno di trasferimenti statali le cui conseguenze portano ogni giorno qualcuno a protestare sotto al Conte Verde – ieri le donne delle pulizie, l’altroieri le famiglie nordafricane sfrattate, – ecco profilarsi all’orizzonte l’ennesimo aumento di tasse imposte da Roma ma per il quale la giunta Fascino porterà tutte le conseguenze d’impopolarità.
Le cifre. La già salata Tarsu, la tassa sulla raccolta rifiuti, è destinata dal 1° luglio a rincarare di almeno 30 centesimi al metro quadrato, indipendentemente dal fatto che l’immobile oggetto del balzello sia un alloggio del centro o di campagna, un ristorante piuttosto che un negozio di frutta e verdura.
Il conto del 2012. Per i torinesi che l’anno scorso hanno pagato, tutti insieme, 187 milioni dì euro, significherà sborsare altri 15 milioni. Con l’assurdità, come dicevamo, che se uno risiede in campagna in una casa che si immagina più ampia pagherà di più di uno che vive in via Roma. Per le attività commerciali sarà ancora peggio: un albergo di 3 mila mq e un ristorante di 300 che magari hanno lo stesso fatturato pagheranno una Tares enormemente diversa. Proprio su queste incongruenze conta Palazzo Civico, l’assessore al Bilancio Gianguido Passoni in testa, per un ravvedimento del governo che verrà – se verrà – o indotto da qualche sentenza della Suprema Corte sull’incostituzionalità di un balzello così evidentemente iniquo.
Di rinvio in rinvio. Ma per ora, la situazione è ancora peggiore. Perché, almeno sulla carta, la Tares, che avrebbe dovuto entrare in vigore il primo gennaio ed è già stata rinviata al 1° luglio, prevede altri rincari. Intanto concede al Comune di far lievitare quell’aumento da 30 a 40 centesimi. Se mai dovesse accadere, significherebbero altri 5 milioni da sborsare. Ma non è finita. Se Roma non ritorna sui suoi passi, dovremo anche pagare i costi amministrativi, diretti e indiretti, di accertamento e riscossione della tassa. Il conto non è ancora possibile farlo perché, sempre Roma, non ha indicato come calcolarli.
Il decreto congelato. I dirigenti del Comune che seguono la «pratica», il dottor Lubbia e la dottoressa Gaidano, che ieri hanno accompagnato Passoni ad affrontare la Commissione Bilancio ipotizzano una cifra che potrà oscillare «da un minimo di 3 milioni a un massimo di 10». Un sacco di soldi, insomma. Se però passasse il decreto già preparato dal Governo, il nuovo balzello del 1° luglio sarà «limitato» al rincaro tra i 30 e 40 centesimi. E se così sarà, per farvi un’idea approssimativa del rincaro che vi attende potete moltiplicare 2,80 euro per ogni metro quadrato catastale di casa vostra. Un cifra che non tiene conto di eventuali esenzioni o altre variabili. Insomma, un forfait malcontato, ma utile per potervi orientare. Ora, di fronte a questo quadro drammatico, i consiglieri comunali della Commissione Bilancio non hanno potuto fare o proporre granchè. (…)
Cambiamo il calcolo. Il capogruppo Pdl, Tronzano, che conosce a fondo la materia ha rispolverato un suo vecchio cavallo di battaglia, quello cioè del calcolo della Tarsu. Secondo Tronzano, ci sarebbero ampi margini di manovra per attenuare l’impatto della futura Tares agendo sul meccanismo di calcolo. Come? «Cambiandolo». Ragionamento accolto con comprensione da dirigenti e assessore, (…)

[B. Minello]

30.03.13_Stampa_Tares