SANITA’: Al Piemonte maglia nera per liste d’attesa e assistenza. TRONZANO (FI) “No penalizzare il privato per ragioni politiche” – NewsItalia Live

SANITA’: Al Piemonte maglia nera per liste d’attesa e assistenza. TRONZANO (FI) “No penalizzare il privato per ragioni politiche” – NewsItalia Live

Maglia nera della Sanità al Piemonte: secondo i dati del Ministero relativi al 2014, la Regione Sabauda negli ultimi 12 mesi ha collezionato liste d’attesa troppo lunghe, livelli di assistenza che sono al di sotto dello standard nazionale previsto, e di conseguenza una mobilità passiva che ha visto crescere il numero dei malati che scelgono di curarsi in altre Regioni d’Italia. E’ questo il quadro che emerge da un’analisi dei dati ministeriali relativi ai casi di tumori che prevedono un intervento da eseguire entro i trenta giorni successivi alla diagnosi. In Piemonte i tempi sono decisamente più lunghi: per un tumore al seno l’attesa media è di 36,5 giorni (il più alto in Italia), contro una media nazionale di 23,7 giorni; per il tumore alla prostata si arriva a 41,3 mentre nel resto d’Italia la media è di 35,9 giorni di attesa; al colon retto in Piemonte è di 28,8 ( il più alto d’Italia) a fronte di un attesa nazionale di 19,8 giorni. All’utero l’attesa è di 26,3 giorni (fa peggio solo il Lazio) contro una media nazionale di 21 giorni, addirittura per una protesi all’anca in Piemonte l’attesa è di 66,5 giorni a fronte di una media italiana di 37,2 giorni.

SALDO NEGATIVO DI 60 MILIONI DI EURO

Questo significa maggiore mobilità passiva e costi in più a carico del Piemonte – spiega Andrea Tronzano capogruppo di Forza Italiaperché le persone vanno a curarsi in altre zone d’Italia o all’estero e questo determina un saldo negativo a carico della Regione Piemonte tra mobilità passiva e mobilità attiva, per una cifra che nel 2014 si attesta sui 60 milioni di euro”. La situazione sembra addirittura peggiorata dopo la delibera della giunta regionale numero 1/600 fatta dall’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Saitta nel mese di novembre 2014. A seguito della quale, infatti, si è aggiunto un taglio dei posti letto dedicati alle acuzie (cioè alla chirurgia e a tutte quelle patologie che devono essere curate subito e per le quali il paziente soffre), stabiliti dalla DGR 1-600 della Giunta Chiamparino, che scendono sotto i livelli essenziali di assistenza (LEA) che dovrebbero invece essere garantiti dalla Regione, così come previsto dall’art. 32 della Costituzione su diritto alle cure e alla tutela della salute. In sostanza i posti letto per le acuzie scendono a 2,6 posti ogni 1000 abitanti quando il livello nazionale da rispettare è di 3 posti ogni 1000 abitanti. “La giunta Cota rispettava questi parametri – aggiunge Tronzanopur essendo in piano di rientro e pur avendo ereditato 900 milioni di euro di debiti fuori bilancio dalla Bresso. Non solo, se guardiamo alle altre regioni, possiamo riscontrare che in Toscana, per le acuzie i posti letto sono 3,8 ogni 1000 abitanti”.

A RISCHIO 5000 POSTI DI LAVORO NEL PRIVATO

Ad essere maggiormente penalizzate dai tagli previsti dal Dgr 1-600 saranno le strutture private convenzionate. A loro infatti saranno tagliati il 42 per cento dei posti letto il che significa che non potranno più erogare prestazioni pubbliche ai cittadini oltre a mettere a rischio 5000 posti di lavoro nel settore privato. “L’assessore Saitta ha motivato questa scelta con la necessità di accorpare e razionalizzare – prosegue il capogruppo di Forza Italia – ma io penso che la razionalizzazione è una cosa, i tagli un’altra”. (…)

TRONZANO “MASSIMA TUTELA PER IL REGINA MARGHERITA”

Alcune riserve sono state espresse dal consigliere Lospinuso che essendo medico di base, ha espresso le sue perplessità nella decisione di non prescrivere alcuni farmaci solo per ridurre i costi, mentre Andrea Tronzano ha messo in risalto il ruolo del settore privato che deve essere tutelato perché “conta oltre 5000 addetti, così come deve avere un’assoluta tutela il Regina Margherita, un’eccellenza tra gli ospedali pediatrici – ha ribadito il capogruppo di Forza Italia all’assessore regionale – è necessario anche un rilancio del ruolo degli infermieri, tutto per cercare di aiutare la riduzione delle liste di attesa e garantire i servizi ai cittadini. Una parte importante la deve svolgere la sanità privata convenzionata che non deve essere penalizzata per ragioni politiche; sarebbe un danno per l’occupazione e per i cittadini. La sanità pubblica e privata devono collaborare, come hanno sempre fatto, per il bene comune e non devono essere ostaggio di convinzioni politiche errate”.

FEDERICA BOSCO