SICUREZZA URBANA: Più attenzione alla sicurezza – Dossier Piemonte

SICUREZZA URBANA: Più attenzione alla sicurezza – Dossier Piemonte

“L’attitudine alla solidarietà ha fatto dell’Italia una delle nazioni più importanti al mondo”.

Per Andrea Tronzano è necessario però che i valori dell’accoglienza e dell’integrazione si inseriscano nel contesto socio-economico e urbanistico del nostro territorio (Nicolò Malus Marcello)

A Torino le forze dell’ordine svolgono un intenso lavoro per garantire la sicurezza del territorio cittadino. Il pdl chiede alla giunta comunale una maggiore attenzione all’integrazione degli immigrati: “La nostra società – spiega Andrea Tronzano, capogruppo Pdl nel consiglio comunale – è emotivamente impaurita a seguito dell’affievolirsi di paradigmi che hanno aiutato da sempre la coesione sociale, quali il rispetto per l’altro e per la vita, per la libertà personale, per il decoro. La sicurezza diventa quindi non solo un valore e un diritto, ma anche risorsa psicologica necessaria a tutti i cittadini per aumentare e favorire la concordia e il capitale sociale”.

Come si presenta lo scenario criminalità e microcriminalità a Torino?

I dati su Torino attestano un aumento dei borseggi, un negativo secondo posto tra le città sopra i 300.000 abitanti per furti in appartamento, un primo posto nei furti senza contatto (taccheggio, borse incustodite rubate), un secondo posto nelle rapine (intese in senso lato)  dopo Napoli.  Siamo al 4° posto tra le Città sopra i 300 mila abitanti per gli omicidi volontari. La media dei reati compiuti da stranieri si attesta intorno al 42%. La fascia oraria più a rischio è senz’altro quella dalle h 18 alle ore 24 con il 30% degli episodi. Analizzando i dati numerici reali dell’anno 2009, esposti dal Questore di Torino,  si scopre che i furti denunciati sono stati 6 mila 851, un migliaio gli scippi e circa 1300 i borseggi, 389 le rapine e 3 mila 261 le lesioni. Il controllo del territorio ha portato a 41 mila 595 interventi, 40 mila persone controllate, 5.900 servizi di pattuglia con l’esercito e 594 interventi per la ricezione delle denunce a domicilio per le fasce deboli. In definitiva le statistiche gratificano il grande lavoro delle forze dell’ordine, ma smascherano l’inefficacia dell’azione politica locale; pensate che Il Sole 24 Ore incastra Torino al terzultimo posto (105ma su 107 Città) per la sicurezza urbana”.

Qual è la percezione dei cittadini per quanto riguarda la sicurezza in città?

“Il Censis ci dice che la paura della criminalità organizzata, anche straniera, raggiunge il 60% degli intervistati e l’angoscia per la microcriminalità oltre il 51% del campione delle interviste. Inoltre, l’aumento della paura è inversamente proporzionale alla scolarizzazione (più paura meno scolarizzazione) ed è presente più nelle donne rispetto agli uomini. Infine, cita sempre il Censis, il 66% dei giovani tra 18 e 29 anni considera l’immigrazione un problema.
Le ricerche dimostrano come tutto ciò derivi dalla convinzione, radicata tra i cittadini, che imperi il  cosiddetto meccanismo di “difesa del più debole” che, per antonomasia, è diventata la persona spinta a commettere reati “per particolari situazioni di disagio ambientale”, ad esempio l’extracomunitario irregolare. E’ evidente, infatti, in alcuni decisori ideologizzati, l’errata concezione che non siano le vittime i soggetti deboli da tutelare; risulta passare in secondo piano il rispetto verso quelle categorie disagiate che, con enormi difficoltà, continuano a vivere nel rispetto della legge. I cittadini notano invece una più concreta battaglia contro i reati di violenza sessuale, in particolare quelli subiti dalle donne o dai bambini”.

Cosa occorre fare per rendere la città più sicura e quali sono le proposte del Popolo della Libertà

“Siamo fortunati ad avere un ottimo prefetto e forze dell’ordine di straordinario livello, ma loro da soli non possono fare tutto.

Per quanto ci riguarda non abbiamo ricette miracolose, ma certezze politiche. Il rispetto per la legalità, storicamente presente nei torinesi, è il principio dal quale noi partiamo. Utile a mantenerla solida e presente sono i messaggi chiari e inequivocabili che possono provenire dal Sindaco: a Torino non si fa ciò che si vuole. Regole chiare e rispettate da tutti, adottate e sostenute con i poteri di ordinanza del Sindaco, con il convincimento che la coscienza civile sia la prima a dover essere riscoperta attraverso i tanti piccoli o grandi gesti quotidiani. Rivalutazione della Polizia Municipale a favore della vigilanza e prevenzione sul territorio. Togliere spazi alla componente anarchica annidata nei centri sociali, anche attraverso la loro chiusura. Nuove tecnologie illumino-preventive ovvero domotica e illuminazione abbinata al controllo. Potenziamento del cruscotto per la sicurezza. Smantellamento, nel rispetto della dignità delle persone, dei campi zingari abusivi. Nessun cedimento sulla certezza che il CIE sia utile.  Torino ha saturato la sua capacità di inclusione e i torinesi hanno bisogno di sentirsi nuovamente a casa propria”.