ThyssenKrupp, cinque anni di doloroso ricordo – CittAgorà

ThyssenKrupp, cinque anni di doloroso ricordo – CittAgorà

Le vittimeIl sole accecante non riesce a illuminare i volti di chi partecipa a questa mesta commemorazione, al cimitero Monumentale.  E’ il quinto anniversario dello spaventoso incidente alle acciaierie ThyssenKrupp di corso Regina Margherita. Ci sono i rappresentanti di Regione e Provincia, della Prefettura, delle autorità militari. Per il Comune, arriva il sindaco Piero Fassino, con il presidente del Consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris e il consigliere Andrea Tronzano. Ma in prima fila ci sono loro, le mogli, le madri, i figli e gli amici delle vittime del 6 dicembre 2007. Cinque anni possono forse – e non sempre, per fortuna – far dimenticare una gioia, ma certamente non il dolore di una tragedia. Sette morti, sette uomini che erano tante cose: padri, fratelli, mariti, fidanzati, amici, colleghi… Un dramma vissuto sulla propria pelle da molti, in prima persona. E da un’intera città. Subito dopo il terribile incidente, decine di migliaia di torinesi invasero le strade del centro urlando l’angoscia, l’indignazione, la rabbia quasi disperata contro questo ennesimo sfregio alla dignità del lavoro e al diritto di vivere di tutti. Uno sfregio rappresentato dai corpi straziati di Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Angelo Laurino, Roberto Scola, Antonio Schiavone e Giuseppe Demasi. L'intervento di Fassino I più giovani avevano ventisei anni, il più anziano cinquantaquattro. Persone diventate un vuoto per chi li amava, per chi a quelle persone in vari modi, ci teneva. Un vuoto incolmabile perché ha il loro volto, il loro nome.
La giustizia farà il suo corso, già iniziato nelle aule del Palagiustizia di Torino. I vertici aziendali sono alla sbarra. Gli eventuali responsabili, si spera, pagheranno il dovuto. Ma il sindaco Piero Fassino, nel rinnovare il cordoglio della Città di fronte ai parenti delle vittime, dà voce a un’esigenza più ampia, più profonda: “Ogni anno, in questo Paese, un migliaio di donne e uomini perdono la vita lavorando. E’ un prezzo enorme, che una società moderna e civile non deve accettare di pagare”. E poi ha aggiunto: “Il lavoro deve essere liberato da queste tragedie, perché è proprio attraverso il lavoro stesso che un essere umano esprime la sua intelligenza, il suo saper fare, la sua stessa identità di persona. Per questo il lavoro deve essere degno: ma lo è quando è contrattualmente protetto, adeguatamente retribuito e soprattutto è degno quando è garantita la sicurezza di chi lo svolge. E in troppi cantieri, in troppe fabbriche, le cose non stanno così”. La commemorazione Un breve ringraziamento e saluto da parte dei congiunti delle vittime, poi ritorna il silenzio, mani affettuose accarezzano quelle lapidi coperte di fiori e bigliettini. A volte, anche un gesto dolce può essere pieno di rabbia, di fronte alla più grande delle ingiustizie.

Nelle immagini: Le vittime dell’incendio del 6 dicembre 2007 alle acciaierie ThyssenKrupp; l’intervento del sindaco Piero Fassino di fronte alla lapide che ricorda i sette lavoratori; le autorità in raccoglimento con i familiari delle vittime: con il sindaco, si riconoscono il presidente Ferraris e il consigliere Tronzano.

Claudio Raffaelli