La Corte dei Conti boccia il Comune “Deficit in salita e previsioni esagerate” – La Repubblica

La Corte dei Conti boccia il Comune “Deficit in salita e previsioni esagerate” – La Repubblica

IL PLICO di undici fogli è di due mesi fa, ma i consiglieri della Sala Rossa hanno potuto leggere la pronuncia della Corte dei Conti del Piemonte solo ieri. Pagine che la minoranza, dalla Chiara Appendino, Movimento5Stelle, ad Andrea Tronzano, Pdl, hanno sventolato in aula in risposta al sindaco Piero Fassino che spiegava le ragioni e i motivi per cui Palazzo Civico ha scelto di non rispettare i limiti del patto di stabilità. «Le avessimo lette prima – dice Tronzano – avremmo capito più cose, compresa una scelta annunciata il 29 di dicembre».

La Corte ha passato ai raggi X il bilancio di previsione del 2011 e critica alcuni comportamenti e scelte del Comune per far tornare i conti. Primo punto. Sul fronte spesa il ricorso eccessivo a entrate straordinarie, tra avanzi di bilancio, contributi per costruire e vendita di patrimonio, per ripianare a fine anno il disavanzo di bilancio: al 30 settembre 2011 circa 129 milioni contro i 46 milioni del 2010. Una situazione che Palazzo Civico addebita al taglio dei trasferimenti dovuto alla sfilza di manovre e di sforbiciate nel corso dell’anno, ultima in ordine di tempo quella di agosto 2011. Motivazione che i giudici accettano solo in parte, anche perché il ricorso a entrate straordinarie supererebbe il 5 per cento della spesa corrente. Gli extra vanno considerati con «prudenza» e la Corte del Piemonte invita Palazzo Civico afa re previsioni corrette.

Il punto due riguarda l’indebitamento. La Corte, sulla base dei dati in possesso, prevede un incremento del debito, fino a 3 miliardi e 700 milioni nel 2013. Dato che il Municipio contesta. Anzi. Come ricordato dal sindaco Piero Fassino in aula «questo sarà il primo anno in cui il trend si invertirà e diventerà negativo». E il mark to market dei derivati, valore teorico se il Comune dovesse chiudere e saldare oggi tutti i contratti aperti, è pari quasi a 126 milioni di euro. La Corte, vista la situazione, indica l’impossibilità per il Comune di Torino di stipulare nuovi mutui e nuovo debito per i1 2012 e i1 2013, avendo superato rispettivamente i tetti del 10 per cento e dell’8 per cento rispetto allo stock indicati dalla norma nazionale. Cosa che è superata, ormai, dalla scelta del Municipio di uscire dal patto: decisione che, tra le sanzioni, prevede anche l’impossibilità per l’ente di sottoscrivere nuove linee di credito. I giudici, però, criticano anche la scelta di aver rinegoziato alcuni mutui per un valore di 24 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti. Risultato? Il tasso di interesse è sceso dal 6,5 a15,7 per cento, ma la durata delle rate è stata portata a venti anni. «Si esprimono perplessità in ordine a operazioni volte a liberare nell’immediato risorse correnti con aggravio degli oneri sulle generazioni future», sottolineano i giudici della sezione di controllo della Corte.
Il terzo punto riguarda le consulenze. Si contesta, al bilancio previsionale, il mancato limite di spesa. Il tetto dovrebbe essere di poco superiore ai 135 mila euro, invece si ipotizza una spesa di 279 mila euro. Punto su cui il Comune, già in sede di discussione con i giudici, ha dato rassicurazioni sul taglio della spesa e il ritorno nei tetti. La minoranza, però, attacca: «Potevamo risparmiarci mezze le mezze verità del sindaco e della giunta – dice Tronzano, capogruppo del Pdl – già a metà novembre il quadro era più che chiaro: i conti non erano in ordine». [D. Longhin]

17.01.12_Repubblica_Corte conti